A dirlo è l’UNRAE, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri: l’auto del futuro sarà non inquinante, condivisa e autonoma. La conclusione, frutto di un rapporto condotto in collaborazione con il CNR, arriva dopo un percorso di ricerca volto a sfatare miti comuni nel settore dell’automotive, a cominciare da quel Diesel giudicato il motore più inquinante.
Negli anni, l’automobile è cambiata. E non si parla solo di design o di tecnologie: è cambiato proprio il concetto di auto che, da privata, è oggi sempre più condivisa. Due italiani su dieci si interessano all’ibrido, sette su dieci al car sharing e tra i motivi vi è un trasporto urbano che ha indici di gradimento estremamente bassi per l’Europa.
Il rapporto ha poi dimostrato come non sia vera la credenza secondo cui il motore diesel sarebbe più inquinante del motore a benzina: se si calcola anche l’inquinamento in fase di produzione, un veicolo elettrico ha emissioni pari a quelle di un veicolo a benzina, mentre ad inquinare meno sono le auto con diesel ibrido o di ultima generazione. Ed è qui, che l’auto del futuro arriverà.
Con un parco d’auto tra i più vecchi d’Europa, dove 7.6 milioni d’auto su 37 sono ante euro 3, la soluzione proposta è quella della transizione: un primo periodo di convivenza tra auto di vecchia concezione e auto ibride e plugin, e poi un graduale rinnovamento che porti – entro il 2030 – ad avere automobili che siano più rispettose dell’ambiente.
