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Quando il design automobilistico si fa ardito: ecco i concept più folli di sempre

28 Aprile 2018

Quali sono i concept automobilistici più folli di sempre?

Spesso, quando si visita un salone automobilistico, si incappa in concept quanto meno… arditi! Automobili coraggiose, nate dalle mani di designer visionari, pensate per stupire il visitatore, per giocare con le tecnologie, per regalare un salto nel futuro. Ma quali sono i concept automobilistici più folli di sempre?

A Tokyo, lo scorso anno, è stato presentato l’Isuzu FD-SI Concept, un veicolo commerciale leggero che si ispira alla natura. E, più nello specifico, alle cellette delle api. Il cassone è infatti proprio a nido d’ape, per riporre le merci e poi prenderle al volo, infilando le mani nei buchi senza il bisogno di aprire un portellone o di slacciare un telo.

Sempre al Salone di Tokyo, il Trans Module Concept sembrava uscire da un fumetto. Piccola e bianca, parla (lo fa per davvero!) e lancia messaggi ai pedoni e agli altri veicoli con simpatici Led. Fa persino la bocca a cuoricino! E i suoi sedili sono simili in tutto e per tutto ad un comodissimo divano. Ma, anni prima, sono stati presentati concept ben più strani.A cominciare dalla eRinGo, un’auto a forma di anello con una grande ruota centrale e due laterali, più piccole, per affrontare le curve. Il motore elettrico le consente di stare in equilibrio su di una sola ruota, ma è decisamente sconsigliata a chi è debole di cuore!

Nel 2005, il concorso Peugeot di design fu invece vinto dalla Moovie del portoghese André Costa, una minicar a due posti alimentata a energia elettrica formata da due sfere direzionali, capaci di farla girare a 360°.

Infine, quello che non è un vero e proprio concept ma una bizzarra personalizzazione: il sacerdote cattolico americano Alfredo Juliano, deciso a costruire un’auto super sicura, ha preso un’Aurora (da molti considerata l’auto più brutta di sempre) e l’ha dotata di paraurti riempiti di gomma piuma, tettuccio in perspex e di un piantone dallo sterzo telescopico.

Perché ciò che conta è la fantasia!